DECADÊNCIA REAL E IMAGINATIVA O CRONOTOPO DA ESPERA EM IL PIACERE (1889), DE GABRIELE D’ANNUNZIO
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Abstract
Tra le possibili letture del capolavoro di Gabriele D’Annunzio, Il Piacere (1889), alcune sembrano ancora poco o per nulla esplorate, come quella in cui Andrea Sperelli, il protagonista del romanzo, è quasi sempre in attesa di qualcosa o qualcuno. Prendendo spunto dalle teorie di Mikhail Bakhtin sulla prosa romanzesca, una più specificamente sull’eterodiscorso e l’altra sul concetto di cronotopo, ci proponiamo di analizzare questo classico della letteratura italiana e della letteratura decadente di fronte al modo in cui la narrazione, che accompagna da vicino l’esperante, ne costruisce il sistema discorsivo e lo compone, come avviene generalmente per i testi decadenti, basati su diverse varianti enunciative, responsabile di causare effetti discrepanti durante la lettura. Tutta questa fluttuazione di stili incontra l’instabilità emotiva del giovane esteta, che transita, nelle sue attese, tra il polo positivo e quello negativo, tra realtà e viaggi immaginativi.
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